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Institute of Yogic Culture
Secondo il sistema filosofico del Samkhya darshana (punto di vista del Samkhya), l'intera realtà
scaturisce dalla relazione fra due princìpi onnipervadenti ed eterni: quello statico del
Purusha e
quello evoluzionistico della
Prakriti, la forza creativa.
Purusha è lo spirito immanifesto (senza forma, passivo, senza causa ed effetto, senza spazio e
senza tempo, che è pura coscienza e vita), che è spettatore passivo e testimone silenzioso delle
evoluzioni della
Prakriti, la forza creativa della natura (la sorgente della forma, della materia),
non cosciente, non intelligente, che è completamente pervasa da tre attributi o qualità
costitutive, i
guna: sattva, rajas e tamas.

Queste qualità entrano nella composizione di qualsiasi manifestazione della natura e
corrispondono, rispettivamente,

(sattva) luce, purezza, equilibrio, serenità, compiutezza, leggerezza, colore bianco.
(rajas) attività, energia, passione, dinamismo, calore, colore rosso.
(tamas) inerzia, oscurità, pesantezza, solidità, colore nero.

Quando la quiete della prakriti, cioè l'equilibrio fra i tre guna, viene alterata, si ha l'inizio di una
nuova creazione ed un nuovo universo e, quindi, l'avvio evolutivo del mondo manifesto.

Secondo il Samkhya questa alterazione dello stato originario di quiete è resa possibile grazie a
una sovrapposizione (adhyasa) di spirito e materia, ed è a causa di questa mutua sovrapposizione
che viene ad apparire come se le due entità si siano scambiate le loro caratteristiche
fondamentali:
la natura è incosciente, ma il contatto con lo spirito la fa apparire cosciente, d'altra
parte, lo spirito non è nè l'agente nè il fruitore, ma il contatto con la materia lo fa apparire tale.

Il dinamismo dell'universo è dovuto infatti alla interazione di questi due elementi primordiali.
Il loro contatto è indispensabile poiché lo spirito è inattivo senza la materia e la materia è cieca
senza lo spirito.

E' interessante notare che il primo elemento a manifestarsi è l'intelletto (Mahad o Buddhi) ove
prevale sattva
, e subito dopo si manifesta l'ego (Ahamkara).
Appena dopo appariranno i sensi sottili ed ancora dopo la materia nei suoi diversi componenti:
etere, aria, fuoco, acqua e terra.

Il
Purusha va considerato come il perenne ispiratore che, con la sua sola presenza, dona
coscienza all'intero creato e che, all'interno della singola manifestazione e quindi dell'uomo,
diviene anima e assume l'aspetto di
colui che vive, conosce e guarda senza agire.
La
Prakriti, invece, con l'imperfezione che la contraddistingue, è un ente agente non cosciente.

Tutto il processo della creazione è un atto graduale di evoluzione e sviluppo da un elemento al
successivo, fino ad arrivare alla varietà della Natura come la conosciamo oggi.

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La visione del Samkhya raccoglie diverse critiche, ne vediamo alcune:

- Per quanto riguarda questa idea chiamata adhyasa (sovrapposizione delle nature):
Qual'è la causa della sovrapposizione? Cos'è questa energia che spinge a sovrappore?
E' forse una sostanza intrinseca nell'esistenza intima dello spirito o della materia?

- Questo non può essere perchè se la capacità di sovrapporsi con la materia è propria dello
spirito, allora non potrebbe esistere la liberazione, poichè a quel punto appena uno si liberasse,
si sovrapporrebbe immediatamente con l'energia materiale e cadrebbe di nuovo preda
dell'illusione materialistica.
Oppure che sia un elemento modificato che è scaturito dallo spirito o dalla materia?
Certamente non può provenire dalla materia perchè non potendo avere qualifiche superiori alla
sua origine, non essendo cosciente non potrebbe agire in nessun modo. Nè può essere una
modificazione dello spirito in quanto, secondo il Samkhya, lo spirito è immodificabile.
In altre parole, lo spirito non può mai cambiare ciò che è.

- Se Prakriti avesse avuto bisogno di un altro elemento per produrre la creazione (difatti Purusha
è dichiarato prodotto non originato) allora questa energia non avrebbe potuto essere completa,
perchè insufficiente all'atto creativo. L'effetto che osserviamo smentisce la presunta causa dei
Samkhya. Prakriti non è stata la sola causa della creazione. Dunque Prakriti non è la sola
creatrice; qualche legge misteriosa, in prossimità dell'elemento Purusha, causa la metamorfosi nel
presunto elemento originale. In definitiva, dunque, anche il Samkhya non può sostenere a lungo
la tesi che la materia sia la sola causa sufficiente ad alcuna creazione senza contraddirsi.

- Quindi chi o che cosa avrebbe potuto modificare lo stato di equilibrio dei tre guna?

- E' impossibile ed illogico che la materia priva di intelligenza (come rientra nella ideologia
Samkhya) possa aver prodotto tutto ciò che ci circonda, priva della azione direttiva di un agente
dotato di facoltà intellettive, di gusto, di qualità personali, caratteristiche che sono tuttora
necessarie per opere anche molto più semplici di un universo.

- La materia è un elemento inerte e diventa attiva solo quando in essa c'è l'azione direttiva
dell'intelligenza
Se vediamo muoversi la manica del maglione che indossiamo non diremo "il maglione si muove,
dunque è vivo", diremo piuttosto che il braccio all'interno della manica lo fa muovere

Visti questi presupposti, come si concilia la visione Samkhya con le sue valide considerazioni sui
guna, sui sensi e sulla materia viste le suddette contraddizioni?

Il Samkhya dice che nello stato di equilibrio Prakriti è allo stato latente e non c'è manifestazione,
non c'è creazione, ma a quanto abbiamo visto lo stato di equilibrio non può essere alterato perché
non c'è nessuno che possa alterarlo, quindi non c'è creazione, oppure, detto in altri termini la
creazione è irreale, ma siccome la creazione sembra esserci è evidentemente di una realtà di
ordine inferiore.

A questo proposito il saggio Vasistha dice:
"La materialità della creazione è come un castello in aria, una proiezione illusoria dell' ego.
Il Creatore è Mente, il Suo corpo è Mente o Pura Intelligenza. Il Creatore è sempre di natura
spirituale e non materiale. Il Creatore è spirituale e, allo stesso modo, lo è la sua creazione.

L'ego sorge a causa della riflessione della Coscienza nella vyoma prakriti (natura eterea),
che partecipa della natura della materia immanifesta e manifesta, animata ed inanimata; quindi
si manifestano i cinque elementi sottili, le direzioni e la durata. Ciò e seguito dai più grossolani
organi di senso, che costituiscono il corpo sottile.
Il corpo sottile, attraverso l'immaginazione,
diventa il corpo grossolano e gli oggetti nello spazio e nel tempo.
Tutte queste cose sono irreali
come le esperienze del sogno.
Tutte le creature, che nella loro natura sono pura Coscienza, sono al di là di nascita e morte,
ma fanno l'esperienza della nascita, della morte e della visione del mondo a causa della falsa
identificazione con il corpo.

Questo mondo non è mai venuto realmente in esistenza, tuttavia sembra essere. In verità questo
mondo non sorge dall'Assoluto, né si fonde in esso. Soltanto l'Assoluto esiste ora e per sempre.
La creazione del mondo non ha causa e perciò non ha avuto inizio e non esiste nemmeno ora.
È come un sogno e perciò come tale non esiste realmente".

In conclusione potremmo dire che solo Purusha è reale e che Prakriti è frutto di maya,
è maya
stessa
, l'illusione, che non è reale anche se sembra esserlo. E' con questa realtà irreale che però
dobbiamo confrontarci per poterla trascendere ed arrivare alla fine del percorso per accorgerci che
"La Suprema Verità è questa:
non vi è nè nascita nè dissoluzione, nè aspirante alla liberazione nè liberato,
nè alcuno che sia mai stato in schiavitù".
(Gaudapada)
All'inizio questo Universo era soltanto Essere, Uno senza secondo.
Esso pensò:"vorrei riprodurmi", e generò il calore (tejas).
Il calore pensò:"vorrei riprodurmi" e generò l'acqua.
Perciò quando arde, l'uomo emette sudore perché l'acqua è prodotta dal calore.
L'acqua pensò:"vorrei riprodurmi" e produsse il cibo.
Perciò sempre quando piove c'è cibo abbondante perché il cibo è prodotto dall'acqua.

Riferendosi a questo, gli antichi che ciò conoscevano, ricchi di grande dottrina, solevano dire:
"Nessuno oggi potrà dirci cosa nuova, non pensata, non conosciuta".
Ciò che appariva rosso era l'aspetto del calore.
Ciò che appariva bianco era l'aspetto dell'acqua.
Ciò che appariva nero era l'aspetto del cibo.
Ciò che appariva sconosciuto era una mescolanza di queste tre divinità.

"Il cibo mangiato si divide in tre parti,
la parte grossolana diventa escremento, quella mediana carne, la più sottile mente.
L'acqua bevuta si divide in tre parti,
la parte grossolana diventa urina, quella mediana sangue, la più sottile respiro.
Il calore assorbito si divide in tre parti,
la parte grossolana diventa ossa, quella mediana midollo, la più sottile parola.
Costituita di cibo è la mente, costituito d'acqua è il respiro, costituita di calore è la parola.

Quano un uomo muore la sua parola si ritrae nella mente, la mente nel respiro, il respiro nel calore,
il calore nella suprema divinità.
Qualunque sia questa essenza sottile tutto l'universo è costituito di essa, essa è la vera realtà,
essa è l'Atman. Essa sei tu o Svetaketu".

(Chandogya Up.)
10. In principio, l'Anima universale, che trascende ogni forma d'esistenza
e la cui essenza è fatta di conoscenza, si moveva sulle acque come brezza leggera,
in Essa per primo simanifestò l'Io, radice di tutto,
in cui si bilanciavano le tre qualità di
Luce, d' Energia e d' Inerzia;
11. ne nacquero i cinque elementi sottili e i cinque grossolani,
che si manifestarono dall'uovo originario;
e quando un tal complesso è toccato dalle gioie e dai dolori del vivere,
lo si chiama jiva, cioè anima individuale!
Perciò l'anima individuale, prigioniera del mondo in ogni essere,
ritrova la vera natura d' Atman quand'è liberata dalle pastoie
12. del desiderio, della collera, della paura, dell'errore, della brama,
dell'orgoglio, della passione, del nascere e del morire,
13. della miseria e del dolore, dell'indolenza, della fame e della sete,
della vergogna, del timore, della sventura, della desolazione e dell'orrore.
14. Ti dirò, dunque, come liberare l'anima dalle pastoie.
Senza la pratica dello Yoga, come può la conoscenza procurare la liberazione dell'anima?
E viceversa, come può la pratica da sola,
non sorretta da conoscenza, assicurare la liberazione?
15. Lo Yogin sagace, che aspiri alla liberazione,
deve insieme cercare d'acquistare la scienza
e di praticare debitamente lo Yoga, poiché fonte dell'infelicità è l'ignoranza..

(Yogatattva Up.)
Individualità separata:
Mente egoica
Buddhi: Intelletto,
Intelligenza superiore
Spirito
Atman
Materialità
Maya